La truffa dei finti negozi in chiusura a Milano sta spopolando. Creando giri di vendite di materiale di scarsa qualità e perdite per i lavoratori onesti.
Come funziona la truffa dei finti negozi in chiusura
C’è una motivazione per la quale la truffa dei finti negozi in chiusura a Milano riesce ad avere tanto successo. E può essere riassunto generalmente nella crisi che sta colpendo sia il settore che i consumatori. Questi ultimi cercano il bene a basso costo. E il contesto che si è venuto a creare fa sì che si possa credere a questa tipologia di inganno.
Facebook in particolare ma in generale anche gli altri social sono pieni di questi annunci che raccontano come il marchio non sia stato in grado di farcela e sia stato costretto a vendere tutto. Ovviamente la colpa è sempre dei giganti del settore e la svendita rimane l’unica possibilità. Perché parliamo di truffa dei finti negozi in chiusura? Semplice perché non riguardano negozi davvero esistenti. Ma sono degli annunci allodola per catturare l’attenzione e vendere merce non di qualità.
La cosa interessante è che spesso, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, vengono create false immagini di negozi in chiusura con tanto di marchio e cartelli. Ovviamente non cade nell’atto delinquenziale chi conosce la geografia, l’urbanistica e il posizionamento reale del suddetto negozio. Conoscendo infatti la zona si può essere a conoscenza della presenza o meno del marchio e regolarsi di conseguenza.
La maggior parte delle persone viene però attirata dalla possibilità di spendere poco per beni che all’apparenza sembrano essere di lusso. E questo porta la truffa e ovviamente al danno per chi compra.
Pezzi di dubbia qualità
Attenzione perché la truffa dei negozi in chiusura che sta spopolando a Milano effettivamente mette in vendita dei beni. Il punto sostanziale è che sono merce di cattiva qualità dato che tutti i prodotti arrivano dalla Cina e sono qualitativamente insufficienti. Tra l’altro è impossibile ottenere un reso in tal senso, a prescindere o meno dall’esistenza di un fantomatico servizio clienti.
Chi è già incappato nella truffa sui social ha fatto post specifici per segnalare. C’è chi addirittura si è rivolto alla polizia postale. Ma non ci troviamo davanti al dropshipping, che tra l’altro è legale, e che riguarda la vendita di prodotti di genere differente non posseduti dal venditore ma mandati direttamente da un grossista.
La truffa qui riguarda non solo la qualità del bene ma anche il fatto che venga spedito qualcosa che non è stato richiesto. Un consiglio? Meglio tenersi lontani da annunci che sembrano troppo belli per essere veri. Soprattutto se non si verifica la reale esistenza del marchio.