Grand Hotel et de Milan: di qui è passata la storia

di La Redazione 0

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 Giuseppe Verdi vi trascorse i suoi ultimi giorni. Il tenore Enrico Carusofemme fatale Tamara De Lempicka, Gabriele D’Annunzio, Maria Callas, Hemingway e De Chirico invece registrò qui il primo disco della sua luminosa carriera, in una sala allestita dalla Casa discografica Ricordi. Qui hanno alloggiato Wagner, Mascagni, Giordano, Stendhal e, nel Novecento, la . Ed ora,  splendidamente restaurato, il Grand Hotel et de Milan continua a essere uno storico protagonista dell’ospitalità meneghina. In questi terminin lo presenta il sito della prestigiosa associazione dei Locali Storici d’Italia, del qualche questo elegante, antico hotel fondato nel cuore di Milano, in via Manzoni nel 1863, fa parte ad ottimo diritto. Il progetto fu realizzato dall’architetto Andrea Pizzala, noto per aver già, sempre a Milano, nel 1831 la Galleria De Cristoforis. Il fabbricato era di dimensioni  ridotte rispetto all’attuale. Era in stile eclettico con decorazioni neogotiche lige al Gothic Revival di quegli anni. Verso la fine dell’Ottocento acquisì una notevole importanza, poiché era l’unico albergo della città fornito di servizi postali e telegrafici e per questo frequentato dai diplomatici e dalle persone d’affari. Comprendeva circa duecento locali, un ascensore idraulico “Stigler” (ripristinato nel recente restauro ed attualmente funzionante), un giardinetto d’inverno e saloni da pranzo lussuosamente arredati.

Tra le curiosità più piacevoli che riguardano i centocinquant’anni di storia di questo hotel ci sono quelle su una delle ospiti più straordinarie, la bella pittrice  polacca Tamara de Lempicka, ospitata negli anni Venti al Milan dallo scrittore Gabriele D’Annunzio. Pare che il poeta fosse invaghito di lei e che desiderasse farsi immortalare in  un suo ritratto al Vittoriale. Nell’appartamento a lei dedicato sono presenti alcune lettere che testimoniano una fitta corrispondenza tra Tamara e Gabriele.Anche Maria Callas venne spesso al Grand Hotel et de Milan, in occasione delle recite al vicino Teatro alla Scala, tra il 1950 ed il 1952. Si dice che lei e Meneghini, suo primo marito, fosseri capaci di discutere per ore nella reception davanti alla cassetta di sicurezza aperta, per la scelta dei gioielli da indossare. Nel 1943, in seguito ad un terribile bombardamento che colpì anche il Teatro alla Scala, tutto il quarto piano fu distrutto. Il “Milan” divenne il luogo di vacanze premio per i soldati alleati. Il 24 giugno 1946, finalmente l’albergo ebbe pace. Ancora una voltal’hotel risorgeva dalle sue ceneri, mantenendo inalterato il suo prestigio.

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