Anche la Regione Lombardia dovrebbe riaprire le proprie attività il prossimo 18 maggio, partendo dagli esercizi commerciali fino ad arrivare, gradualmente, anche all’apertura dei punti di ristoro. Sebbene la regione sia pronta a dare il via libera alla ripresa delle attività si è in attesa della messa a punto di un calendario preciso insieme al Governo.
Regione Lombardia tenta di reagire
La Lombardia purtroppo è una delle regioni italiane più colpite dall’epidemia di coronavirus, forse la più colpita insieme al Piemonte: non è purtroppo una novità che la maggior parte dei contagi e delle morti registrate all’interno del territorio italiano siano da ricondurre a essa. Un fenomeno ancora allo studio degli esperti al fine di comprendere perché. Non si riesca a registrare un calo pari a quello delle altre regioni: nonostante ciò anche la Lombardia però ha la necessità di ripartire e si sta preparando a farlo mettendo in atto tutte le necessarie attenzioni volte ad assicurare la sicurezza dei cittadini.
E se il problema delle spiagge per la Lombardia non esiste, di certo quello della necessità di rispettare la norma relativa e 4 metri quadrati di spazio nei ristoranti rappresenta un problema per la maggior parte dei ristoratori milanesi, che dovranno mettere appunto delle soluzioni ad hoc se vorranno riaprire quando sarà loro concesso.
Nel frattempo, il prossimo 18 maggio, riapriranno tutti quei negozi di vendita al dettaglio di abbigliamento, arredamento, oggettistica e quant’altro che saranno in grado di rispettare le norme messe appunto per il distanziamento sociale e per le entrate contingentate. Per aprire, sarà necessario essere in grado di rispondere a una norma in particolare oltre a quelle sopra citate: il misurare la temperatura della persona all’ingresso del negozio.
Aperture scaglionate fino a fine mese
In linea teorica tutte le riaperture dovrebbero essere scaglionate dal 18 fino al 31 maggio, anche e soprattutto per le attività relative ai servizi alla persona: parrucchieri, barbieri e centri estetici sono considerati delle attività a medio rischio Questo significa che bisognerà rispettare delle regole più rigide rispetto a quelle relative ai negozi al dettaglio: oltre al classico distanziamento sociale alle entrate contingentate, in questo caso sarà necessaria la prenotazione e dovrà essere accertato uno stato di salute perfetto. Se le attività saranno in grado di rispettare le regole messe appunto dall’INAIL, non avranno problemi a riaprire.
Il vero cruccio riguarda In realtà i bar e i ristoranti che al momento possono fare semplicemente servizio di asporto o consegna a domicilio: nel loro caso è necessario che gli ambienti sia esterni che interni siano organizzati in modo tale da mantenere almeno distanze di 4 metri tra i tavoli: si sta cercando di trovare una quadra che possa prendersi cura sia dell’aspetto sanitario che di quello logistico dei locali al fine di concedere anche a loro una ripresa degli affari.