Alcuni negozi di Milano sono a rischio chiusura per il caro energia. Non è un allarme immotivato quello che è stato lanciato dalle associazioni di categoria. Le bollette di luce e gas sono aumentate e non tutti riescono a far fronte alle spese.
Costi in bolletta troppo alti in un contesto difficile
In un contesto dove dopo due anni ancora si stanno pagando le conseguenze degli stop e delle limitazioni relative alla pandemia di coronavirus. E se alcune tipologie di attività come alcuni ristoranti riescono a far fronte attraverso piccoli aumenti, non è però così per tutti. L’alta inflazione, tra le altre cose, ci mette lo zampino, portando davvero allo stremo alcuni commercianti.
Come stanno tentando di ovviare e ovvieranno al problema i negozi di Milano? Prima di tutto con riscaldamenti accesi al minimo in modo tale da avere bollette più leggere. In alcuni casi le produzioni caleranno e gli albergatori già hanno reso noto che se non utilizzati lasceranno senza energia piani interi.
Tutti si stanno preparando già da ora ad affrontare gli ulteriori aumenti sperando di poter evitare la chiusura. Per quel che riguarda i ristoratori, uno dei settori più danneggiati dalla pandemia, il riuscire a rimanere a galla ha reso necessario fare gli ordini di cibo giorno per giorno, spegnendo la cella frigorifera per risparmiare.
E se alcune imprese possono lavorare sul rendersi più efficienti, va da se che quelle più piccole incontreranno problemi. In ogni settore. I negozi dovranno cercare di limitare le spese e coloro di essi che producono i beni si trovano già ora a ridurre turni e produzioni per evitare sprechi.
Panificatori tra i negozi di Milano a rischio
Difficile in particolare la situazione dei negozi di Milano che si occupano di artigianato. Nella sola Lombardia sono circa 90mila e le associazioni di settore sottolineano come almeno 4-5 mila potrebbero trovarsi a essere travolte dalla crisi energetica con un forte impatto sull’occupazione. Un esempio? I panificatori: per loro già l’estate ha significato chiusura in molti casi. E lo stesso si può dire delle gelaterie. In generale, a ogni modo, i negozi di Milano tenteranno di rinunciare a molto per risparmiare e rimanere in piedi.
“Esiste il decalogo dei comportamenti virtuosi per risparmiare” ha spiegato il segretario generale Confcommercio Milano Marco Barbieri. “Ma questi, purtroppo, non possono incidere più di tanto sui costi che dovremo affrontare“. Spiega infatti che ridurre il riscaldamento e agire in prima persona può dare una mano ma non cambia la situazione. Sarebbe più utile un intervento degli enti locali per finanziare misure che portino a un effettivo calo dei consumi.
In caso contrario i rialzi che verranno scaricati sul consumatore avranno un effetto negativo, nella maggior parte dei casi. Con tutti i rischi che ne conseguono, chiusura per prima.