Jimmy Choo a Milano: collezione autunno/inverno 2010 – FOTO

Jimmy Choo Yeang Keat, dalla Malesia a Londra. Poi, in ogni parte del mondo. Sbarca anche a Milano uno degli stilisti più famosi: negozio ubicato a ridosso di via Sant’Andrea e via Montenapoleone. Scarpe, innanzitutto, e non potrebbe non essere così visto che Jimmy Choo è un artista del piede (le donne ne vanno matte) a cui va riconosciuto di aver calzato milioni di donne across the universe.

L’inaugurazione della nuova boutique meneghina si è svolta lo scorso 12 ottobre: uno spazio di 232 metri quadri dislocati su due piani che vantano anche il primato di negozio griffato più grande d’Europa. Tra festa e beneficienza (nel corso del taglio del nastro, sono state presentate le iniziative Dynamo Camp e A Hole in the Wall Camp, campi estivi per bimbi vittima di malattie croniche). Scarpe, dicevamo, ma non solo: borse, accessori e piccola pelletteria.

Non è un punto di arrivo, evidente: per marchi del calibro di Jimmy Choo i punti di arrivo sono sempre – pleonastico dirlo – punti di partenza. Milano, ne siamo convinti, spalancherà le porte al resto della penisola allo stesso modo in cui la boutique appena inaugurata (che di fatto sostituisce quella di via San Pietro all’Orto, esistente dal 2003) sarà presto affiancata da un secondo store previsto per il 2011 nell’area interna a La Rinascente che insiste in Piazza Duomo.

Stile, eleganza, classe: nulla di più semplice, per Jimmy Choo: nato a Penang da una famiglia di produttori di scarpe, infatti, realizzò il suo primo paio a 11 anni. Lungo gli scaffali disposti sui due piani, intanto, è già possibile ammirare la collezione autunno-inverno 2010: la stessa si rifà all’interpretazione dello stesso Choo del senso di chic ed eleganza urbana, percepita dallo stilista con eleganza e raffinatezza ma pure con la giusta dose di aggressività che accompagna la donna dell’epoca contemporanea.

Tacchi molto alti, vecchi modelli stile punk rivisitati attraverso l’utilizzo della pelle nera, delle frange e delle borchiette. Neppure mancano dettagli animalier. Inappagabile, il sex appeal trasmesso, evidente la provocazione della linea. Che riesce, cogliendo nel segno, a provocare. Dategli un’occhiata dopo il salto:

Al Tunnel, Levinhurst in concerto: i fondatori di The Cure

Sabato 16 ottobre 2010
Milano – Tunnel
via G. Battista Sammartini, 30 – Milano
LEVINHURST
Dopo il grande successo del tour di Marzo 2010 tornano in Italia i Levinhurst di Lol Tolhurst e Michael Dempsey, membri fondatori insieme a Robert Smith del primo nucleo dei Cure.

Presso gli spazi del Tunnel di Milano il 16 ottobre i Levinhurst riproporanno brani estratti dai primi mitici album dei Cure (Lol Tolhurst è stato membro stabile dei Cure fino alla pubblicazione di ‘Disintegration‘ nel 1989, e Michael Dempsey bassista sull’esordio ‘Three Imaginary Boys‘) e dai due album dei Levinhurst. Lol e Michael hanno costruito il sound oscuro dei primi album dei Cure, ed ora con i Levinhurst stanno portando avanti le sonorità tipiche dei Cure degli anni ’80. I Levinhurst hanno pubblicato all’inizio del 2010 il loro terzo album ‘Blue Star’.

Laurence “Lol” Tolhurst è nato a Blackpool, Inghilterra, nel 1959, lo stesso giorno in cui Buddy Holly ebbe l’incidente aereo che cambiò la storia della musica moderna. Cinque anni dopo due bambini di Blackpool si incontrano al loro primo giorno di scuola… Lol Tolhurst e Robert Smith si sono incontrati quando ancora nessuno poteva presagire il successo che quella magica coppia avrebbe avuto.

Durante l’adolescenza i due scoprirono di condividere la stessa passione per la musica e idee simili su come avrebbe dovuto suonare il loro gruppo. Parliamo dei Cure, di cui Lol ha fatto parte fino al 1989 e all’uscita di ‘Disintegration‘.

Spazio Oberdan, Cinema & Giornalismo: “La rabbia di Pasolini”

SPAZIO OBERDAN – V.le Vittorio Veneto 2
GRUPPO CRONISTI LOMBARDI PER CINEMA & GIORNALISMO “LA RABBIA DI  PASOLINI”
Domenica 17 ottobre ore 10.45 – INGRESSO GRATUITO

Riprende domenica 17 allo Spazio Oberdan di via Vittorio Veneto 1, Cinema & Giornalismo la rassegna collegata al Premio Guido Vergani-Cronista dell’anno, organizzata dal Gruppo Cronisti Lombardi in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana.

In programma un film molto particolare “La rabbia di Pasolini”, realizzato in due tempi a distanza di 46 anni l’uno dall’altro e nato da un progetto piuttosto curioso, dal risultato negativo per la critica e poco apprezzato anche dal pubblico: due autori, Pier Paolo Pasolini e Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi ,dovevano realizzare un film di attualità politica sugli anni Cinquanta e Sessanta, visti da due parti estreme ed opposte.

Libreria Feltrinelli, via Manzoni: Marco Meschini racconta le crociate

 CONSIGLI PER IL WEEK END. Sabato 16 ottobre alle 17 presso la Libreria Feltrinelli di via Manzoni, Marco Meschini presenta il saggio dedicato alla crociata contro i Catari, raccontando le cause, i retroscena, i protagonisti e il drammatico evolversi di quel conflitto.

IL TESTO. Linguadoca, Francia del sud, inizio Duecento: eretici e santi, nobili e mercenari, re e trovatori, un popolo senza nome, un giovane papa e un invincibile cavaliere. Di fronte al dilagare dell’eresia catara, Innocenzo III invano ammonisce, discute e manda predicatori. Alla fine, malgrado tutto, scaglierà i suoi strali: sarà l’inizio di una nuova, strana crociata, una crociata diversa da tutte le altre, imprevista e terribile.

MARCO MESCHINI. A guidare il pubblico attraverso quei drammatici eventi sarà lo storico Marco Meschini, membro della Society for the Study of the Crusades and the Latin East, che presenterà il suo ultimo saggio “L’eretica. Storia della crociata contro gli albigesi.”, appuntamento proposto dall’Associazione Culturale Italia Medievale (ACIM).

TermeMilano, piazzale Medaglie d’Oro è un’oasi di benessere

Avere garantiti relax e benessere nel centro di Milano? Riuscire a trovare il tempo e lo spazio per mettere da parte stress e frenesia senza la necessità di due ore d’autostrada? Possibile, certo che sì. Basta confluire nel cuore pulsante della città, chiudere gli occhi, oltrepassare l’uscio di TermeMilano, e lasciarsi alle spalle tutto ciò che insiste da piazzale Medaglie d’Oro civico 2 (angolo Via Filippetti) in là.

Tanto, a quel punto, siete già al di qua. Ovvero, all’interno di un ampio complesso in stile Liberty dove eleganza architettonica e innovazioni tecnologiche danno ospitalità a un percorso benessere che si articola in trenta differenti pratiche ispirate dai quattro elementi naturali. Acqua, aria, fuoco, terra. Giardino Spagnolo con vasche idrominerali, ampio solarium all’interno delle mura cinquecentesche erette da Ferrante Gonzaga. Le terme di Milano fanno capo al QC Terme, azienda che gestisce oltre 130 pratiche termali e quattro centri benessere tra la Valtellina (due a Bormio), la Valle d’Aosta (Pré Saint Didier) e, appunto, Milano.

Dal sito ufficiale: “Tutti i giorni ad orari prestabiliti si può usufruire di diversi tipi di eventi benessere per tutte le esigenze: i classici nella biosauna, o nella stube, sul modello tedesco dell’aufguss, o finlandese del loyly per purificarsi dalle tossine e dalle impurità; gli eventi di rilassamento e di visualizzazione nelle sale relax per riarmonizzare i campi energetici e attenuare stress e tensioni; quelli con i fanghi e lo scrub nell’hammam di derivazione mediterranea per una completa remise en forme“.


Previste convenzioni con aziende e istituzioni; la lettura del regolamento, tra obblighi e divieti, consente di farsi trovare pronti al tuffo nella natura fin dal superamento della soglia.

Apple, Milano stile New York: Jobs in Galleria Vittorio Emanuele?

Un cubo a Porta Nuova, invece Apple dice no: non basta una posizione centrale, ne serve una centralissima. Nel cuore di Milano. L’offerta avanzata dal sindaco Letizia Moratti – realizzare un negozio nella zona adiacente a largo Augusto – non alletta i vertici dell’azienda informatica statunitense. Per un grande marchio, la replica, occorre uno spazio altrettanto emblematico.

Il nuovo negozio della Apple dovrebbe somigliare – nella struttura e nell’architettura – a quello che campeggia a New York sulla Fifth Avenue: solo vetrate a conservare lo sguardo verso l’esterno. Dovrebbe essere, Milano, la prima metropoli italiana alla quale Steve Jobs conceda il “privilegio” di ospitare spazi riconducibili ad Apple.

 Inutile svelare le mire dell’americano: piazza del Duomo, dove magnificenza, lusso e prestigio consentirebbero di salvaguardare il pari lustro dell’azienda. Ma piazza del Duomo non presenta spazi utilizzabili. Seconda opzione: piazza San Babila ma anche qui i problemi sono gli stessi di cui poc’anzi. Ora, per evitare che le trattative si arenino fino a chiudersi di fatto, si sta pensando a una soluzione alternativa, in grado di accontentare amministrazione comunale e, appunto, la Apple.

Milano è Parigi: con le guide Neiade dal Castello sulle orme di Napoleone

Milano come Parigi. Ci credereste? Non è una boutade, né uno slancio di grandeure (tanto per usare vocaboli che possono avere a che fare con la capitale francese), bensì la realtà di una città che, come un enorme camaleonte, ha saputo cambiare pelle ad ogni passaggio storico significativo in cui è stata coinvolta.

Sabato e domenica, Neiade Immaginare Arte ci porta “A spasso con Milano” in un percorso culturale che dopo la tappa dello scorso anno, quando erano stati indagati i resti delle civiltà antiche dalla Preistoria fino all’epoca dello splendore della romana Mediolanum, vuole – in questo speciale week-end – evidenziare le tracce del dominio napoleonico, tanto breve quanto impattante sul volto del capoluogo lombardo.

Questi sono “Percorsi e visite che ampliano l’offerta turistica della nostra città – ha commentato l’Assessore al Turismo Alessandro Morelli, spiegando le ragioni del patrocinio accordato all’iniziativa dal Comune – attraverso itinerari inaspettati, che permettono ai turisti e agli stessi milanesi di conoscere e scoprire aspetti ancora poco noti della nostra città”.

Milano Design Weekend 2010: dal 14 al 17 ottobre

La città segreta? I grandi progettisti del Novecento che hanno inciso il proprio marchio su mura ed edifici della metropoli? Quattro giorni per lasciarsi ammaliare dal design. 96 ore vissute tra angoli, negozi, strade, showroom, musei. Milano Design Weekend 2010 si insinua nel capoluogo meneghino con la stessa naturalezza di un raggio che irradia e rischiara. Perchè, in realtà, Milano è design e stile, moda e fashion in ciascuno dei giorni dell’annno: riferimento internazionale, residenza o punto di raccordo tra artisti e professionisti di genere. RCS MediaGroup e il Gruppo Mondadori, con un network di testate uniche nel settore arredamento e con il patrocinio del Comune di Milano, hanno deciso di dar vita congiuntamente ad un grande evento che coinvolge la città in maniera minuziosa. La manifestazione propone percorsi d’arte in collaborazione con le più prestigiose gallerie d’arte contemporanea e di architettura di Milano e guidati da critici ed esperti. I luoghi che hanno aderito:

Casabella Laboratorio Via Marco Polo 13
Antonio Colombo Arte Contemporanea Via Solferino 44
Galleria Area B Via Cesare Balbo 3
Brown Project Space Via Bartolomeo Eustachi 3
Corsoveneziaotto Arte Contemporanea Corso Venezia 8
Studio d’Arte Cannaviello Via Stoppani 15
Paolo Curti Annamaria Gambuzzi & Co. Via Pontaccio 19
Gloriamaria Gallery Via Watt 32
MC2 Gallery Via Col di Lana 8 – 4 cortile
Francesca Minini Via Massimiano 25
Nowhere Gallery Via del Caravaggio 14
Prometeo Gallery Via Giovanni Ventura 3
Galleria Carla Sozzani     Corso Como 10
Zero Via Tadino 20
Fondazione FORMA Piazza Tito Lucrezio Caro 1
Fondazione Stelline Corso Magenta 61
Viafarini DOCVA Via Procaccini 4
Careof DOCVA Via Procaccini 4


Architetti e designer, per la circostanza, aprono i rispettivi studi per manifestare modalità e percorsi di lavoro. Per chi fosse interessato, l’elenco degli aderenti:

Trussardi alla Scala, tre forchette del Gambero Rosso 2011

In piazza della Scala al civico 5 il ristorante Trussardi alla Scala rischia di oscurare il palco di uno dei più famosi teatri del mondo. Messa così,
parrebbe un’esagerazione.

Meglio modificare l’incipit: cotanto teatro merita il corredo di un fior di ristorante. Per l’appunto, il Trussardi alla Scala, fresco di premiazione (tre belle forchette) da parte del Gambero Rosso che nella guida Ristoranti d’Italia 2011 ha deciso di premiare la cucina dello chef made in Italy Andrea Berton e lo stile – casual frammisto a eleganza – del locale.

Rinnovato di recente (2009) da Milan Vukmirovic, il ristorante si pone quale spazio invitante e accogliente e si presenta con le fattezze di un contesto visibilmente contemporaneo. Dal sito ufficiale:La scelta delle materie prime, le tecniche avanzate di preparazione e la cura nel design rendono il locale la massima espressione della cultura dello stare a tavola“.

Location ideale che dà su Piazza della Scala, locale luminoso, l’interno è uno spettacolo nello spettacolo. Adagiati su poltrone morbide e accoglienti ci si addentra in prodotti culinari in grado di tutelare il sapore di ciascun ingrediente.

Non solo, in linea con l’attenzione del Gruppo Trussardi ai temi della sostenibilità ambientale, lo chef predilige l’utilizzo di prodotti biologici.

Gli orari di apertura del ristorante sono i seguenti: si pranza dal lunedi al venerdi dalle 12.30 alle 14.30; si cena dal lunedi al sabato dalle 20 alle 22.30.

 ANDREA BERTON. Due parole sullo chef e Direttore del Ristorante Trussardi alla Scala sono inevitabili: ha lavorato nelle più importanti cucine del mondo (dall’Enoteca Pinchiorri di Firenze al Louis XV di Montecarlo fino al ristorante di Gualtiero Marchesi). Cucina che mira a garantire equilibrio tra pietanze e sapori: se per semplicità si intende capacità di soddisafer al meglio le esigenze di ciascun palato e di deliziarli tutti, bhè. La cucina di Andrea Berton sa essere semplice nella sua eccezionale raffinatezza.

Blueshouse Live Music Club: al 26 di Sant’Uguzzone ci vanno tutti

Blueshouse Live Music Club, suggerisce il nome. La casa del blues dal vivo. Timbro e corda, voce e strumento. Milano non è intrisa di tradizioni afroamericane – vero – ma il civico 26 di Via Sant’Uguzzone riesce ugualmente a richiamare alla mente alcuni pertugi della New York leggendaria. Quella in cui, le note le voci gli accordi, li percepisci anche solo attraverso l’immaginazione.

Il Blueshouse, dicevamo: musica dal vivo e balli improvvisati in uno spazio che assume la connotazione di discoteca, sala di ascolto, birreria. Un giusto mix che legittima l’assioma secondo cui la clientela del locale in prossimità di viale Monza sia per davvero eterogenea. Genere, professione, età: si trova di tutto. Forse, non si azzarda nel dire che si trovano tutti.


In questo caso, attrae il progetto che sta dietro al locale: pensato, il Blueshouse in funzione della musica. Non il contrario. Sono le esigenze musicali, infatti, ad aver suggerito (verrebbe da dire intimato) architettura e disposizione degli arredi.

Ristorante Bice, dal 1939 in via Borgospesso

Bice sta lì, sull’insegna, a imprimere per sempre il marchio di Bice Mungai che mosse i primi passi tra i fornelli nell’osteria di via San Pietro all’Orto. Se a Milano si desiderava gustare la cucina toscana e godersi tutta la cordialità di un ambiente familiare, ci si recava da lei.

Nel 1939, il trasferimento al civico 12 di via Borgospesso (appena dietro via Montenapoleone) mentre è dal 1996 (con la scomparsa della nonna Bice) che il ristorante è gestito dalle nipoti Roberta e Beatrice. In questi anni, qualità e tradizione, freschezza e originalità hanno fatto del Ristorante Bice un riferimento imprescindibile per l’alta società.

Ritrovo culinario di calciatori e personaggi dello show business ma pure delle famiglie più rinomate del capoluogo lombardo (dai Moratti ai Falck, dai Brivio agli Sforza), il ristorante ha saputo non perdere il passo con le trasformazioni societarie e farsi trovare pronto a soddisfare le nuove esigenze del contesto storico: di fianco alla ricca e variegata offerta del pranzo e della cena (unico momento di chiusura, la domenica sera) sono stati introdotti anche menù cosiddetti “fast” (da 25 euro a persona).

Pensati per andare incontro a colazioni di lavoro, le quattro tipologie di menù fast includono l’offerta “Mediterraneo” a base di pasta; “Light“, pesce al vapore o grigliato; “Vegetariano“, torte salate, insalate e verdure; “Carne“, fiorentina o bistecca alla milanese.

Tra specialità della casa (imperdibili le pappardelle della casa al telefono) e pietanze tipiche, la carta offre una vasta scelta: dai secondi prestigiosi a base di carne e pesce a pietanze con i funghi, dalla pasta fresca ai dolci e gelati artigianali.

Mercati a Milano: dove e quando

La tradizione delle bancarelle all’aperto, nonostante il mondo viaggi a velocità supersonica e si faccia fatica a stare dietro a progresso & sviluppo, non è mai venuta meno. I mercati

Mitarotonda, la musica di via Corridoni 37

Da Gallini a Mitarotonda, come dire dal 1888 ai giorni nostri. Milano, zona 4 in parallelo al Corso di Porta Vittoria. Denominatore comune, gli strumenti musicali. La storia di Milano la si può raccontare anche partendo da una visuale inconsueta. I suoi negozi. Sembrano un dettaglio (metri quadri) a margine di un volume corposo (la città). In realtà, sanno essere anima che agglomera migliaia di altre anime più piccole. I passanti, i residenti, i turisti. Scarpe e passi: a farne la conta, si scrivono tomi. Su tomi.

Mitarotonda non fa eccezione alla regola: presente dal 1987, ha garantito continuità alla storia professionale di Gallini. Musica è armonia. Ritmo. In via Filippo Corridoni, al 37 (il Conservatorio sta a due passi), ce n’è a sufficienza. Il sito internet mette in chiaro: “Chiunque può entrare per dare un’occhiata, provare il diverso timbro dei pianoforti, prendere visione degli strumenti, degli spartiti e dei libri o anche solo chiedere informazioni”.

Peculiarità e garanzia: ciascun cliente è assistito dal personale di negozio con attenzione. Nulla è lasciato al caso. Non potrebbe essere altrimenti. Perchè in ambito musicale, è il particolare, la sfumatura a fare la differenza. E la differenza la fa chi tende alla perfezione. Vasta gamma di scelta, al Mitarotonda è possibile acquistare:

Le 9 zone di Milano

Zone o circoscrizioni. Il Comune di Milano è diviso dal 1999 in nove ambiti zonali: precedentemente le aree erano venti, di dimensioni minori per superficie e numero di abitanti, molte